1819
Raccolta dai Sanfeliciani le messi nei Quartieri dell'anno 1819, si ricarono a depositare il tributo gravata sul raccolto del grano e della biada all'esattore della Comunità di Terracina, il quale, negando di riceverle, per ordine superiore, pretendeva invece la corrisposta di un rubbio di derrata per ogni rubbio di terreno occupato, così come consuetudine nel territorio di Terracina.
Tale imposizione non poteva essere applicata ai Quartieri, il quale terreno era composto prevalentemente da sabbia sterile che imponeva una semina non frequente richiedendo maggiore spazio di caltivazione. I Sanfeliciani sorpresi da questa irragionevole nuova imposta, volevano pagare quello che era loro dovuto così come consuetudine di tanti anni, e non come si applicava nelle contrade del territorio di Terracina. L'opposizione dei Sanfeliciani comportò azioni legali da parte dei terracinesi i quali minacciarono di cacciare tutti i contadini all'interno del loro territorio che vi si erano condotti per prepare il terreno per la semenza della nuova stagione. I Sanfeliciani per difendersi da tali atti arbitrari diedero mandato per sostenere una causa a difesa dei loro diritti. La coclusione del contenzionso fu un dispaccio del Segretario Cardinale di Stato, Ercole Consalvi, il quale ordinò al Governatore di Terracina, Gioacchino Sgariglia, di far desistere il comune di sua comptetenza alla riscossione del tributo non dovuto, e che i terrazzani di San Felice non dovessero pagare più di quanto dovuto, tornando alla vecchia imposizione.
9 Agosto 2012 | agg.0 [in lavorazione]