Culto di Mithra: la chiave dei misteri del Circeo?
La venerazione del dio Mithra ebbe inizio circa 4000 anni fa in Persia assorbendo in seguito le dottrine babilonesi per estendersi poi ad est, verso la Cina e l'India e a Ovest raggiungendo i territori dell'antica Roma. Testimonianze della religione mitraica sono state rinvenute in Africa del Nord, Armenia, Gran Bretagna, Italia, Romania, Germania, Ungheria, Bulgaria, Turchia, Persia, Siria, Israele e forse anche al Circeo come vedremo.
Un primo legame sembra essere confermato dalla "precessione degli equinozi" che Mithra, rappresentato dalla costellazione di Perseo, cambia la posizione della sfera celeste uccidendo la costellazione Toro muovendo la terra nella costellazione Ariete all'equinozio di primavera. Le varie fasi degli equinozi furono osservate in origine dagli antichi astrologi persiani e infine da quelli Romani: Nou-roz (l'equinozio della primavera), Mehregan (l'equinozio dell'autunno), Shab-Yazda (solstizio d'inverno) e solstizio d'estate.
La particolare configurazione astrale di Perseo e del Toro pare essere riprodotta, sia nelle dimensioni che nella disposizione geometrica dell'Acropoli di Circei e il centro storico di San Felice Circeo. Osserva infatti Corrado Sampieri: "l'insieme Acropoli-Antico insediamento Storico… Non c'e' bisogno di particolare impegno per notare subito come le figure geometriche tanto dell'Acropoli che della costellazione del Toro si assomigliano in modo in modo sorprendente e si trovino orientate quasi alla perfezione sull'asse N-S. Non si può non rilevare, inoltre, l'evidentissima simmetria esistente tra la posizione del Centro Storico a N-E dell'Acropoli e la costellazione di Perseo, anch'essa proprio a N-E della costellazione del Toro."
La religione mithraica prevedeva sette gradi iniziatici. Questi gradi permettevano al neofita di passare tra i sette corpi celestiali, permettendo l'invertimento della discesa dell'anima umana nel mondo alla nascita. Di solito i riti venivano officiati nei cosiddetti "mitrei" generalmente scavati in grotte artificiali sotterranee oppure edificati in superficie quando il terreno ne rendeva impossibile la costruzione. I santuari erano relativamente piccoli: in media essi misuravano 8-10 m in larghezza e 15-20 m in lunghezza. L'accesso ai santuari era laterale; in quasi tutti i templi l'entrata era a Est, l'immagine sacra a ovest, disposta in modo che fosse rivolta a oriente. Lungo le pareti laterali del mitreo erano murate, spazio permettendo, alcune panchine. La zona del Circeo presenta un'anomala prolificazione di cosiddette "cisterne" disposte in numero rilevante su tutto il promontorio e nella zona di "Palazzo" presso la Villa di Domiziano. E possibile che l'originale uso idraulico di queste cisterne fosse stato, in epoca imperiale e forse anche oltre, riadattato per essere asservito al culto di Mithra.
In particolare, per conformazione e per quello che abbiamo potuto constatare, sembrano essere dei mitrei: La Grotta della Sibilla, La Grotta delle Dieci Camere e forse la fonte di Lucullo (simile al mitreo di Ostia). Molto interessante è la Grotta del Peretto, a due ambienti paralleli, quello sud crollato e l'altro intatto, con pilastrini di rinforzo somiglianti a piccoli altari. Anche le antiche leggende del paese vogliono, come sembra, che tale cisterna sia stata utilizzata per officiare culti mitraici e pagani. Un nostro sopralluogo ha evidenziato alcune "anomalie nel terreno" che vogliono ricollegarsi alle teorie di Evelino Leonardi sui "pietrefatti" e sull'origine leggendaria del promontorio.
Dimostrare la presenza di mitrei al Circeo, ancora una volta, suggerisce come nei secoli passati la zona sia stata sempre il teatro di presenze mitologiche e religiose. Lo stesso Strabone ricorda nelle sua "Geografika" la devozione verso Circe/Venere e ancora, addirittura nel 213 d.Cr., la restaurazione dell'"Aram Circes Sanctissimae" ad opera di Servio Calpurnio Destro e del Collegio dei Quindecenviri addetti al culto... ovvero una delle tante trasfigurazioni di un segreto che forse gli stessi Templari tentarono (forse) invano di decifrare…