La Fonte di Lucullo
La Fonte di Lucullo (o Bagnara) è una grotta artificiale ricavata da un'antica cisterna romana, situata all'interno del Parco Nazionale del Circeo, costruzione di epoca imperiale romana (Imperatore Domiziano 81-96 d.Cr), ma probabilmente edificata già precedentemento in epoca repubblicana, I secolo a.Cr, quindi più antica.
Poco distante sorgeva, infatti, una villa repubblicana (visibile fino a circa 70 anni fa) con un muro di contenimento in opera 'poligonale' di circa 200 m. La villa oggi è scomparsa e non ne rimane alcuna traccia. Non è escluso che questa villa si servì proprio della vicina cisterna che oggi appare come una fonte.
La fonte, anticamente nota col nome di "Bagnara", è ora conosciuta col nome del patrizio romano Lucio Licinio Lucullo il quale, nel 78 a.Cr., avrebbe conferito l'incarico, secondo la leggenda, a Cneo Domizio Amando di raccogliere le acque di quella zona. Un bollo su laterizio ritrovato in loco riportava la dicitura:
"Val(eat) qui fec(it) Cn(eus) Domit(ius) Amand(us)) .
La leggenda narra che sulle sponde del lago di Paola si trovava la deliziosa villa che apperteneva a 'Lucullo', ricco cittadino romano, il quale dopo aver esercitato per molti anni la carriera militare combattendo valorosamente e con onore, a vantaggio della patria, dopo aver accumulato molte ricchezze si ritirò dalle pubbliche cariche per terminare gli ultimi suoi giorni fra le comodità di una vita agitissima all'ombra del Promontorio del Circeo.
Dal Forma Italiae di Giuseppe Lugli del 1928:
"La sorgente, abbastanza abbondande e freschissima, scaturisce entro una grotta manufatta, di m.10,30 X 5,85 circa, con pareti di mattoni triangolari di età domizianea, e coperta con volta reale gettata su centina di tavole; all'imposta si trova un piano di bipedali. La parete di destra è molto rovinata e l'imboccatura è distrutta, ma si vede in basso la cunetta di uscita dell'acqua, larga m.1,20 e, presso la parete di fondo, l'imboccatura di un basso cunicolo a cappuccina che si addentra per notevole profondità...".
Attuali vicende
2010 - La fonte è in stato di abbandone e degrado - Un incontro per decidere della messa in sicurezza e del recupero della Fonte di Lucullo. Su impulso del consigliere Felice Pagliaroli, ieri mattina, 8 febbraio 2010, i sindaci dei Comuni di San Felice Circeo e Sabaudia, Vincenzo Cerasoli e Maurizio Lucci, accompagnati dal presidente e dal direttore dell’Ente Parco Nazionale, Gaetano Benedetto e Giuliano Tallone, e dal responsabile della Soprintendenza ai beni archeologici, Massimo Righi, si sono recati sul posto per verificare in prima persona lo stato della grotta artificiale, e per avviare le procedure di messa in sicurezza e di recupero dell’importante sito archeologico. [...]
Al momento non si sa ancora quale sia e dove si trovi la sorgente captata, ma l’ipotesi più plausibile tra gli esperti è che questa sia ubicata in un’area sita in prossimità del lago di Paola. All’incontro hanno partecipato anche l’ingegnere del Comune di Sabaudia, Vincenzo D’Arcangelo, e il ricercatore della cattedra di Topografia Antica dell’Università La Sapienza di Roma, Diego Ronchi. Quest’ultimo ha effettuato un sopralluogo superficiale e indicato ai tecnici del Comune di Sabaudia gli interventi più urgenti da avviare. Primo il puntellamento della volta, in parte crollata nelle scorse settimane, e poi il taglio degli alberi che sono nati spontaneamente in prossimità della fonte.
Le radici degli alberi, che si sono infilati nei tufi e nel materiale cementizio utilizzato per la costruzione della grotta artificiale, sono infatti in parte responsabili del crollo. Nei prossimi giorni quindi i tecnici e gli operai del Comune di Sabaudia, provvederanno a mettere in sicurezza il sito, puntellando la volta e transennando l’ingresso alla fonte. Il passo successivo sarà quello del recupero dell’area, che verrà svolto congiuntamente dall’Ente Parco e dai due Comuni coinvolti nella sua tutela.
Già perché la fonte di Lucullo si trova nel territorio del Comune di Sabaudia, ma fu donata dal barone Aguet, prima della fondazione della nuova città, ai cittadini sanfeliciani. Ed è per questo che il sindaco Vincenzo Cerasoli ha partecipato all’incontro, prendendo precisi impegni per il recupero e la salvaguardia del sito archeologico (Cinzia Vastarella).
2015 - (23 maggio) Riapertura al pubblico
Approfondimenti
>>> Le Vie d'Italia. Una guida turistica del 1931