Fontana Copella
Antica sorgente, conosciuta anche come Fonte Cupella, è stata per molti decenni il luogo dove le donne andavano con l’orcio a prendere l'acqua che serviva per lavarsi e per fare da mangiare, l’orcio pieno pesava tanto e allora per non andare tante volte a prenderla si cercava di non sprecarla. In quella fonte si lavavano i panni con un sapone grezzo e nell'occasione spesso si intonavano canti religiosi.
Secondo la tradizione tramandata da Giuseppe Capponi il nome della fonte deriverebbe da Coppella, per metafora dell'epoca, un elemento 'purgato e raffinato' associato all'acqua squisita e limpida che da essa scaturisce.
Nel '700, nelle immediate adiacenze della fonte, si poteva ancora venerare una "cona", icona, in una piccola cappelletta dedicata a Sant'Antonio ed era l'ultima, ancora in buono stato, oltre a "le Cone" di San Rocco e San Paolo, che non era ancora rovinata.
In quella zona furono ritrovati numerosi reperti archeologici che fecero pensare all'archeologo Giuseppe Lugli, del ritrovamento di una stipe votiva romana appartenente a un tempio che doveva sorgere nei pressi. Il tempio non è stato ancora identificato, ma l'autore di questo sito internet ritiene che il materiale archeologico rinvenuto, che ha per lo più carattere religioso, sia da collegare con la Villa dei Quattro Venti poco distante.
Il barone James Aguet, al quale dobbiamo l'attuale struttura architettonica della fonte, nel 1931, generosamente, concesse alcune sue proprietà alla popolazione, dotando il paese di questa fontana, di un abbeveratoio, di un lavatoio e di un mattatoio in contrada Fontana Copella. Per questo gesto gli fu conferita la cittadinanza onoria a San Felice Circeo.
Si legge infatti nella lapide commemorativa:
IACOPUS AGUET
A MDCCCCXXXI IX
LIBERALITER EDIFICAVIT
14 Luglio 2012 | agg.1