Eneide
Virgilio Marone, Publio (Pietole, Mantova 70 a.C. - Brindisi 19 a.C.)
Libro Settimo
L'Eneide di Virgilio narra i sette anni di pellegrinaggio dell'eroe troiano Enea, dalla caduta di Troia alla vittoria militare in Italia, preludio della futura grandezza di Roma, ma egli deve percorrere con le navi la distesa del mare Ausonio, i laghi inferni e l'isola di Circe eea (Aeaeae insula Circae), prima che possa costruire la città in una terra sicura...
Aeneis
LIBER SEPTIMUS
Spirano brezze nella notte e la candida luna
asseconda il corso, i flutti risplendono sotto una tremula luce.
Rasentano per prime le coste della terra circea, 10
dove la ricca figlia del Sole fa risuonare
di assiduo canto i boschi inviolati, e nel superbo palazzo
brucia alle stelle notturne cedro odoroso,
percorrendo con stridulo pettine lievi tele.
Di qui si ode il rabbioso lamento dei leoni 15
che si ribellano ai ceppi e ruggiscono nella fonda notte,
e setolosi porci e orsi nei recinti infuriare,
e grandi forme di lupi lanciare ululati.
Uomini furono, e la crudele dea Circe con erbe
potenti li aveva mutati in ceffi e dorsi di fiere. 20
Perché i pii Troiani non soffrissero questi prodigi,
sospinti nel porto, e non approdassero alle terribili sponde,
Nettuno gonfiò le vele di favorevoli venti, e concesse
la fuga e li condusse oltre le secche schiumanti. 24
Dopo l'arrivo degli Eneidi nel Lazio la guerra non tardo' ad arrivare, ed ecco il paesaggio del Lazio e del Circeo sconvolto dalle moltidudini di uomini in armi...
Segue un nembo di fanti, e ovunque s'addensano 793
nei campi torme protette da scudi: giovani argivi
e reparti aurunci, Rutuli e vecchi Sicani 795
e squadre sacrane e Labici dagli scudi dipinti;
quelli che arano le tue balze, o Tevere, e la sacra
riva del Numico, e col vomere lavorano i rutuli colli,
e il monte Circeo; quelli ai campi dei quali presiede
Giove Anxuro, e Feronia che gode del verde bosco; 800
e dove nereggia la palude di Satura, e il gelido Ufente
cerca in valli profonde la via e sbocca in mare.
Traduzione di Luca Canali
agg.3 12.09.2002
agg.4 16.03.2012
Virgilio Marone, Publio
(Pietole, Mantova 70 a.C. - Brindisi 19 a.C.)
Poeta latino, autore di uno dei massimi capolavori della letteratura classica, l'Eneide. Nato da una famiglia di modesti proprietari terrieri, studiò a Cremona e a Milano, poi a Roma e a Napoli, presso il filosofo epicureo Sirone. Asinio Pollione, celebre uomo politico e di cultura, lo esortò alla poesia bucolica; in seguito, entrato a far parte del circolo di Mecenate, Virgilio divenne uno dei principali poeti della corte di Augusto. Nel 19 partì per un viaggio in Grecia e in Asia, con l'intenzione di lavorare al suo poema e di consacrarsi per il resto dei suoi giorni agli studi di filosofia. Ad Atene incontrò Augusto e fece ritorno in Italia con lui; prima dell'imbarco tuttavia si ammalò e morì poco dopo l'arrivo a Brindisi. In punto di morte diede istruzioni affinché l'Eneide venisse distrutta, ma per ordine di Augusto il poema fu pubblicato.
L'Eneide
Virgilio consacrò gli ultimi undici anni della sua vita al progetto più ambizioso e più caro ai suoi potenti protettori: un lungo poema epico nazionale che celebrasse la romanità. Il protagonista non è, come nell'idea originaria, Augusto, ma l'eroe troiano Enea, figlio di Venere e fondatore della gens Julia alla quale, peraltro, Augusto rivendicava di appartenere. L'Eneide narra i suoi sette anni di pellegrinaggio dalla caduta di Troia alla vittoria militare in Italia, preludio della futura grandezza di Roma. Lo stile e la concezione dell'opera derivano dal modello dei grandi poemi epici greci attribuiti a Omero, l'Iliade e l'Odissea, ma vi si riconoscono anche influenze degli Argonautica di Apollonio Rodio, poeta greco del III secolo a.C., e degli Annales di Ennio. I riferimenti più specificatamente storici e legati all'età augustea predominano nei libri V-VIII, ossia nella parte centrale dell'opera. Nonostante l'intento dichiarato di glorificare Roma e l'imperatore, l'ampio respiro dell'opera, la finezza psicologica, l'attenzione alla condizione dell'individuo, conferiscono all'Eneide un valore universale. Anche sul piano formale è un monumento di perfezione stilistica. Virgilio fu il creatore di un linguaggio poetico "classico" e svolse un ruolo corrispondente a quello che Cicerone aveva avuto nella prosa: nonostante l'estrema eleganza, i suoi versi hanno una naturalezza senza precedenti nella poesia latina. Il poema ebbe un successo e una fama immediati. Durante il Medioevo gli si vollero attribuire significati filosofici e religiosi e l'autore fu ritenuto mago e profeta. Dante gli rese onore nella Divina Commedia, facendone la propria guida nel viaggio attraverso l'inferno e il purgatorio fino alle soglie del paradiso.