Gli Etruschi nell'Italia preromana
Fra i popoli dell'Italia preromana, gli Etruschi si distinsero per il particolare sviluppo civile, che creò le prime forme di scrittura e di Stato, segnando in tal modo il passaggio dalla preistoria alla storia nella nostra penisola. Gli Etruschi diedero vita a numerose città, come Tarquinia, Cere (oggi Cerveteri), Cortona, Perugia, Arezzo, Veio, Volterra, Populonia, Vetulonia, Chiusi, Volsinia (oggi Orvieto), città che, a differenza degli altri centri abitati d'Italia in grand parte villaggi di legno, canne e fango, erano costruite in sassi e mattoni e cinte di mura poderose, ciascuna organizzata come Stato autonomo (a somiglianza della polis greca), in forma di monarchia con un capo detto lucumone, assistito da un consiglio di anziani.
Nel VII secolo a.Cr. gli Etruschi si estesero verso sud, nel Lazio, dove esercitarono un certo predominio sui Latini e i Romani (Roma in quel tempo era un semplice villaggio); si spinsero inoltre in Campania e vi fondarono Capua, Nola, Pompei, Salerno. Una viva espansione essi compirono anche nella pianura Padana, dove sorsero Felsina (presso l'odierna Bologna), Parma, Piacenza, Modena, Mantova, Melpo (presso l'attuale Milano), Cesena, Ravenna, Rimini, Spina, Marzabotto. Ma dal VI-V secolo a.Cr. l'espansione degli Etruschi si interruppe, fermata nel centro-sud dai coloni Greci e dai Romani, nel nord dai movimenti dei Galli; l'Etruria, pertanto, si ridimensionò in uno spazio corrispondente, circa, all'attuale Toscana.
Scrittura e religione degli Etruschi
La storia degli Etruschi è solo parzialmente e imperfettamente nota, perchè nessuno è ancora riuscito a interpretare compiutamente la loro scrittura che, sebbene decifrata nei singoli segni, è tuttora incomprensibile nel suo significato complessivo (ad eccezione di qualche numero e di circa un centinaio di parole). Pertanto, gran parte di ciò che sappiamo è stato ricavato dallo studio delle tombee degli oggetti in esse contenuti. Al pari degli altri popoli, gli Etruschi credevano nella vita dell'aldilà e avevano una cura scrupolosa dei loro morti, che deponevano in grandi tombe sotterranee (ipogei), spaziose e formate di diverse stanze con i muri dipinti; qui, accanto al defunto, disponevano molti oggetti di uso domestico, ritenuti utili per il viaggio nell'aldilà (pettini, fibbie, spille, vasi, cibi, ornamenti, ecc.). La loro religione era politeista, cioè basata su molti dei, tra i quali particolarmente venerata era la triade Tinia-Uni-Menrva.
Gli Etruschi diedero una grande importanza alla divinazione, cioè a quelle tecniche magiche mediante le quali si credeva di poter conoscere il futuro; tale compito era affidato agli aruspici, sacerdoti che studiavano il volo degli uccelli e il fegato degli animali sacrificati, per scoprire i misteriosi segnali che gli dei mandavano agli uomini per informarli sull'avvenire. Le tecniche degli aruspici passarono poi dagli Etruschi ai Romani.
16 aprile 2019 | agg.2