La chiesetta della Madonnella
Nell'angolo sud-ovest del centro storico, dietro il palazzo comunale, sorge la chiesetta della Beata Vergine della Pietà, meglio conosciuta come "La Madonnella", costruita tra il XIII ed il XIV secolo, ampliata e rialzata nel 1822 dall'allora arciprete Tommaso Capponi e nel 1856 dal più volte sindaco del paese, Ferdinando Savaresi. La chiesetta sembra poggiare su una struttura semicircolare più antica, probabilmente di epoca romana, e nella piccola abside si posso ammirare affreschi medievali di rara bellezza.
La prima descrizione del sito la dobbiamo al Principe d'Arsoli nella relazione del viaggio del papa Gregorio XVi in visita al Circeo nell'anno 1839: "Dopo pranzo il Santo Padre uscì di nuovo pel passeggio, al fine del quale entrò a visitare una piccola chiesa rurale dedicata alla Beata Vergine, e situata dietro al palazzo di San Felice, sopra le rovine di altra chiesa più antica, il di cui piano doveva essere molto più basso del presente, come si conosce dall'abside, la di cui volta è a portata di mano, e posa sopra sette nicchie poste in semicircolo, e quasi intieramente coperte dal pavimento della chiesa attuale. Ciò che vi è di rimarchevole in questo piccolo edifizio sono le pitture della stessa volta, che dallo stile sembrano appartenere al XIII secolo, e rappresentano il Padre Eterno con un libro in mano nel mezzo di una gloria di forma ovata sostenuta da otto angeli in aria. Più sotto, la Beata Vergine a piè della croce con Cristo morto in seno, ed ai lati sei angeli, che suonano varj istrumenti. Nelle fascie laterali della volta sono dipinti alcuni santi Apostoli e Martiri, i nomi de' quali erano espressi nell'iscrizione, che girava sotto alla cornice, ma l'umidità del luogo avendone scancellato la maggior parte, non vi si leggono più che le seguenti parole in caratteri di cinabro:
DICAT. ECCLES ... MARTIR ...
BEATISS ...
Finalmente a piedi della Vergine è rappresentato in ginocchio in atto supplichevole un personaggio della grandezza di circa due palmi, vestito all'uso de' nobili di quell'epoca in giubbone rosso sino alle ginocchia, con calze e calzoni dello stesso colore, e berettino arancio in testa. Questo è probabilmente il ritratto di qualche individuo della famiglia Caetani, che avrà fatto ornare con quelle pitture la suddetta chiesa, nelle ferrate della quale ancora si vedono incrociate le onde dell'arme loro [1]".
Giuseppe Capponi, nell'anno 1856, pubblica una copia del decreto emanato nel 1826 dal commissario della Reverenda Fabrica di San Pietro.
e l'atto dell'Agenzia Camerale n.204 del 1856 [2]
Gli affreschi, molto deteriorati, si compongono di due nuclei pricipali, in alto, nella parte centrale del catino, la figura del "Redentore", più in basso il gruppo detto della "Pietà".
La Pietà che costituisce il vero fulcro della pittura, richiama alla mente un dipinto dello stesso soggetto esistente nella Chiesa di Santa Maria a Fondi. Molte le anologie: la posizione e l'espressione della Madre e del Figlio, la Croce dalle lunghissime braccia con i simboli della passione, il donatore o committente in ginocchio e con le mani giunte, a sinistra in basso in formato più piccolo. Ma il Cristo morto della Pietà circeiana ha qualcosa di più dolce e di più spirituale e così il volto e l'atteggiamento della Madonna [...]. Com'è noto, il dipinto di Fondi è stato attribuito da Federico Zeri a Giovanni da Gaeta (attivo intorno alla seconda metà del XV secolo), insieme al trittico della Natività esistente nella stessa chiesa, all'Incoronazione della Chiesa di Santa Lucia a Gaeta, e ad altre opere [3].
Forse la data della composizione di tutto l'affresco è anteriore al XIV e in alcuni particolari si notato alcune parti di pitture più antiche.
Dal 1927, in questa chiesa, riposano i resti mortali dei caduti della Prima Guerra Mondiale.
Nel 1971 la Chiesetta della Madonnella è stata visitata da un Sovrintendente alle Gallerie del Lazio, il quale ha provveduto a far fotografare e ad inventariare l'affresco.
Il restauro del 2008
comunicato stampa
Sono iniziati nei giorni scorsi i lavori di consolidamento e restauro conservativo della chiesa della Beata Vergine Maria della Pietà, situata nel centro storico e conosciuta in paese come “La Madonnella”. [...] Il progetto è stato redatto dall’ing. Egidio Orlandi e dal geom. Giuseppe Papi e ha ricevuto il nulla osta del Ministero per i Beni e le attività culturali e della Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico. Il restauro della Chiesa fa parte di una serie di interventi finalizzati a salvaguardare i beni storici e architettonici presenti sul territorio di San Felice Circeo. I lavori nella chiesa sono particolarmente importanti perché permetteranno di recuperare degli affreschi di notevole interesse storico-artistico, presumibilmente risalenti al 1300, che l’incuria e l’umidità avevano quasi completamente cancellato.
1. Principe d'Arsoli, Relazione del viaggio di Sua Santità Gregorio Papa XVI da Roma a San Felice, 1839
2. Giuseppe Capponi, Il Promontorio Circeo, 1856
3. Tommaso Lanzuisi, Il Circeo nella leggenda e nella storia, 1992
8 febbraio 2014 | agg.2
Fotografie: Carlo Gallone