Generalità introduttive
Il Monte Circeo, rappresenta un promontorio costituito prevalentemente da pietra calcarea ed è attorniato in parte dal mare e in parte da sabbie composte da silicio ed altri minerali. Interessante la consistenza del manto boschivo che ricopre questa asperità del terreno poco più alta di 550 ml. Infatti, la superficie arborea è frutto di una politica di preservazione dell'ambiente iniziata alla fine del diciannovesimo secolo dalla famiglia baronale Aquet e poi continuata con l'istituzione del Parco Nazionale del Circeo.
Tale riserva naturale, tuttora esistente, è qualificata come uno dei quattro Parchi Nazionali storici dell'Italia. lo sfondo di un vasto paesaggio al limitare della pianura Pontina, ex sede delle Paludi Pontinae, che si può ammirare facilmente da alcune postazioni panoramiche poste sulla strada comunale che conduce alla città antica detta dei Circei o, come localmente indicata dai residenti, "dei Ciclopi", è costituito dai gruppi montuosi Aurunci, Sibillini e Ausoni.
Lo studio esteriore delle pareti pressoché verticali del promontorio del Circeo induce ad alcune riflessioni, quali:
la stratigrafia del manto roccioso non è ben accentuata e visibile come sulle pendici dei monti Aurunci e Sibillini, dove, nel corso dei secoli, le pareti si presentano come un insieme di strati rocciosi ben delineati dall'erosione secolare dei venti e delle acque. Tali agenti atmosferici infiltrandosi negli strati di coesione delle piccole falde creano quell'effetto di un susseguirsi di enormi blocchi che sovrapponendosi uno dopo l'altro creano un'immagine ben diversa di quanto si trova sul Monte Circeo;
sul monte Circello, nelle pareti di maggior verticalità, non si riscontrano tracce di segni d'erosione similari a quelle appena descritte: cosa che alcuni studiosi motivano quale risultato di vari franamenti verso valle delle falde superiori, aggiungendo, "tali da originare molti dei declivi più dolci" del monte stesso. La condizione anomala dell'aspetto esteriore delle rocce del Circeo è giustificabile nell'area detta "Cava d'Alabastro" quale luogo ove anticamente si estraeva l'omonimo minerale, nonché nella zona della scogliera detta "Precipizio" quale luogo battuto da forti marosi. Pertanto il mare, corrodendo nei secoli, il "piede" della scogliera marina sottrae minerale per l'appoggio delle pareti rocciose superiori che così franano nelle acque del mare sottostante.
Fatte le dovute riflessioni appare che non si capisce il perché le rimanenti pendici del monte si presentano stranamente "Nuove" ovvero senza segni d'erosione databili a periodi superiori a 5.000 anni addietro.
Si ritiene che tali pareti furono il risultato artificiale di una forte attività estrattiva della pietra da parte dell'uomo. Ma chi? Tutto indica un fine teso a realizzare opere, tanto sul Monte Circeo che quanto sulle sue pendici e nella confinante palude Pontina. Certamente nei tempi che susseguirono si prelevò altra roccia dalle pendici del Circeo. Lo stesso Petit-Radel, nel descrivere la sua prima escursione sul monte Circeo, disse che intorno alla Arx megalitica erano ben visibili i segni dellestrazione a mò di cava di blocchi dalla stessa. Esemplare è l'opera di bonifica delle paludi operato dal Governo Mussolini dove la costruzione di una piccola ferrovia permise di trasportare pietrame dal Circeo ai cantieri della futura città di Sabaudia e delle case coloniche che nascevano per coltivare i terreni strappati alla malsanità degli acquitrini.
L'attività estrattiva terminò (per fortuna) dopo gli anni 60, ne rimane una visibile cava abbandonata che attende di essere recuperata. Certamente la stratigrafia iniziale delle pareti del Circeo aiutò chi giunse in questi territori. Forse fu un popolo migrato dall'Asia e che qui arrivato prese ad estrarre blocchi multiformi e poligonali per realizzare le varie cinte murarie della città dei Circei. Tali opere sono ancora in parte visibili. Ad un occhio attento appare che l'estrazione di pietre non fu propriamente casuale, ma svolta intelligente perché il minerale manca ove le pareti formano delle barriere protettive di difesa (eliminando così vie di accesso indesiderate e sostituendole con dirupi - come vedremo negli articoli più avanti riportati).
Percorrendo la via costiera che conduce da Roma al Circeo, quando il promontorio ci appare dà l'impressione di un capo di donna con il volto affiorante dal mare. Qualcuno ha azzardato l'ipotesi che il monte in realtà trattasi di un monolite rimasto incompiuto, ma chissà !?