I Pelasgi e i loro territori
Scegliendo di seguire alcune indagini storiche che possono riguardare direttamente ed indirettamente, ma comunque molto vicinorie alla città dei Circei e i loro fondatori, si elaborato un tracciato storico che tenga conto anche di aspetti socio-politici-economici. Nell'analisi e nel confronto si sono elaborati due schemi A e B dove sono inserite le vicende che interessarono l'antica Grecia tra il 2.000 e il 1.200 a.c., questo prendendo spunto dallo schema tradizionale ed integrandolo con le intuizioni e lavori di Beloch, Myres, A.Evans e di M.Ventris.
Altro punto fermo e motivo di parametro è la migrazione Dorica. Come più volte detto, molte supposizioni, sembra proprio inevitabilmente, vanno spesso a cercare dei raccordi tra le varie teorie di vari studiosi. Questa ricerca di una reciproca confutazione, spesso, fa scendere a compromessi che portano a tralasciare anche vistose realtà storico-documentali.
Orduncue lo schema A rappresenterà una cronologia generale suddivisa in due sezioni e paragona le due migrazioni avvenute per gli Aborigeni-Enotri e per i Pelasgi; lo schema B riporta una visione sintetica degli avvenimenti che hanno o potenzialmente avrebbero fatto scaturire le migrazioni dei Pelasgi verso il centro Italia.
A fattor comune e grazie agli ultimi studi confutati da odierni studi archeologi, sembrerebbe proprio che circa 4.000 anni fa la Grecia era un paese abitato da un popolo progredito che aveva avuto il sopravvento sugli indigeni locali, i così detti Pelasgi. Questi, avendo in estrema considerazione la terra e la sua potenziale fertilità come fonte ineguagliabile di sopravvivenza e di potere, subivano le visiscitudini generate da lotte intestine di spartizione e successione tanto che ricordiamo… "Enotrio lasciò la Grecia in quanto non era soddisfatto della parte di regno ricevuta ( I 11,3)" e ancora scrisse Tucidide "… ciascun popolo lasciava il suo paese cedendo di volta in volta a uno che era più numeroso … Soprattutto le terre migliori subivano continui mutamenti di abitatori, come quella che ora è chiamata Tessaglia e la Boezia e la maggior parte del Peloponneso ad eccezione dell'Arcadia…".
Questi spostamenti, all'interno di un vasto territorio, erano in realtà il movimento di un'insieme di popoli nati da un unico ceppo ma similari di molto al concetto di unico popolo diviso in tribù. A secondo del maggior o minore potere economico-militare si avvicendavano l'uni con gli altri e man mano crescevano nella cultura e nel numero. A riprova di quest'unico ceppo prendiamo:
1. Dioniso - che chiama gli abitanti di Dodona "consanguinei";
2. Erotodo - che mette i Pelasgi in diretta connessione con l'oracolo di Dodona;
3. Omero - che definisce Pelago lo Zeus di Dodona;
4. Strabone - che narra… molti chiamano pelasgiche anche le stirpi Epirote (ove si trova Dodona);
Quindi si può dire che a un certo punto i Pelasgi avevano esteso il loro dominio sin a Dodona e territori limitrofi. Altro elemento in grado di spiegare i movimenti interni di tali popoli sono senz'altro i contatti avvenuti nel tempo con i popoli vicini, siano essi i Minoici di Creta, gli Ittiti di Anatolia, gli Egizi o i Traci del nord. Tanto è vero che nello studiare di fatti accaduti in pochi secoli si scopre dell'avvicendamento che avviene in uno stesso territorio di diverse Tribù, ma pur sempre pelasgiche. Quanto detto deve essere correlato al fatto che in circa 800 anni (dal 2.000 al 1.200 a.c.) si assiste al sorgere, all'apogeo e alla scomparsa di importantissime civiltà quali la Minoica, la Micenea, l'Ittita, ecc.. Non è poca cosa!.
Creta: imortante isola per il commercio marittimo, certamente ebbe notevole rilevanza per le migrazioni dei popoli che percorsero il bacino.