Spartaco e la rivolta degli schiavi
Morto Silla (78 a.Cr.), nuove violente insurrezioni e lotte investirono per quesi vent'anni il mondo romano. In Spagna, gruppi di democratici fuggiti da Roma durante le persecuzioni di Silla, guidati da Quinto Sertorio, fecero causa comune con le popolazioni locali, i Lusitani, in rivolta; quasi contemporaneamente insorsero altri gruppi di democratici in Etruria e nella Gallia Cisalpina, sotto la guida di Emilio Lepido. Negli stessi anni scoppiò una terribile rivolta di schiavi, in gran parte di origine transalpina, capeggiati da Spartaco, un gladiatore della Tracia, odierna Bulgaria.
Per far fronte alla difficile situazione, il Senato affidò gli eserciti a un giovane comandante, Gneo Pompeo, che non solo schiacciò le rivolte ma annientò anche i pirati che infestavano il Mediterraneo e sottomise definitivamente Mitridate, re del Ponto, di nuovo ribellatosi a Roma. In seguito a tante vittorie, Gneo Pompeo diventò l'uomo più potente di Roma.
Nel 63 a.Cr., mentre Pompeo combatteva in Asia contro Mitridate, a Roma venne organizzata una congiura ad opera di Catilina, un aristocratico caduto in rovina, che con l'appoggio dei democratici tentò di rovesciare il senato e di imparonirsi del potere. Ma la congiura venne scoperta e denunciata da Cicerone, famoso oratore e scrittore; Catilina, fuggito in Etruria, fu affrontato e ucciso insieme con molti dei suoi, nel corso di una violenta battaglia, nei pressi di Pistoia.