Il porto romano del Lago di Paola
Generalmente attribuito a Nerone, questo canale è in realtà databile al I secolo avanti Cristo, costruito al tempo del console Lucio Cornelio Silla per interesse del magistrato di Circei Lucio Faberio Murena.
Taciti a terra ci accostammo, entrammo,
Il canale o porto di Paola, è stato attribuito dall'archeologo e topografo Giuseppe Lugli all'imperatore Nerone (37-68 d.Cr.). Il progetto del canale interno faceva parte del grande progetto neroniano di scavare una fossa lungo il mare tra Ostia ed il Lago di Averno, con lo scopo di riunire i laghi costieri come si vede ancora oggi fra il Lago di Paola e il Lago di Caprolace. In tal caso, il molo di sbocco si deve ritenere un restauro ordinato da Nerone, così che trova riscontro col tipo di muratura in opus reticulatum, opera reticolata.
XXXI. ...Praeterea incohabat piscinam a Miseno ad Auernum lacum contectam porticibusque conclusam, quo quidquid totis Bais calidarum aquarum esset conuerteretur; fossam ad Auerno Ostiam usque,... (Svetonio) |
XLII. ...namque ab lacu Averno navigabilem fossam usque ad ostia Tiberina depressuros promiserant squalenti litore aut per montes adverson. neque enim aliud umidum gignendis aquis occurrit quam Pomptinae paludes... Nero tamen, ut erat incredibilium cupitor, effodere proxima Averno iuga conisus est, manetique vestigia inritae spei. (Tacito) |
I reperti archeologici, invece, dimostrano che il porto-canale fu in origine realizzato in epoca sillana 91-88 a.Cr. circa, quindi molto prima dell'imperatore Nerone da Lucio Faberio Murena, magistrato di Circei, al quale è dedicata un'iscrizione, la 6428 del C.I.L.,X trovata in questa località verso la metà del secolo scorso. L'iscrizione, originariamente collocata a San Felice, in Villa Aguet, entrata poi a far parte della Collezione Antonelli, è ora esposta al Museo Civico di Terracina.
La foce del porto-canale, originariamente svasata, subi un altro restauro dopo la Bonifica. La base di essa è ancora però quella romano. L'Olstenio parla di anelli di enorme grandezza (annuli ferrei ingentis magnitudinis), che erano nel porto, ai quali un tempo venivano legate le navi, ma oggi non vi è più traccia di essi (illustrazione a lato).
Nel medioevo, a causa della mancanza di qualsiasi manutenzione, il bacino si è interrato, perchè nell'iscrizione di Innocenzo XIII, originariamente murata nel pontile-chiusa si leggeva: "inter mare Tyrrhenum lacumque Circeium pristino aqua restituto commercio...". Infatti fu questo papa, già nel primo anno del suo Pontificato, cioè nel 1721, che diede incarico al Tesoriere di Santa Chiesa, Cardinale Carlo Collicola, di ristabilire il collegamento tra il lago e il mare, svuotando il canale.
Egli ripuli coi condannati di varie galere, il canale, che per il lungo si era insabbiato, e vi costrui i due Ponti delle Cataratte, distrutti o danneggiati nell'ultima guerra.
Sul ponte presso la foce, ricostruito nel 1954 e recentemento crollato di nuovo, era collocata una lapide commemorativa (vedi colegamento), divelta nel'44 delle mine fatte brillare dai Tedeschi che ricordava i lavori eseguiti nel 1721. Era sormontata dallo stemma pontificio e in basso, in miniatura, vi era lo stemma dei Conti (aquila della campagna e dadi sulla scacchiera), al cui casato apparteneva Innocenzo XIII.
Lucio Faberio Murena
Lucio Faberio apparteneneva alla dinastia dei Faberi che nel mondo romano è stata molto importante, specialmente nel I secolo a.C. Cicerone nel suo Cesare descrive un certo Gaius Faberius come il segretario particolare di Giulio Cesare. Nel Cicero Attico viene citato Faberius, scriba e possessore di una casa lussuriosa sul Palatino e appare in diversi capitoli.
Un’altra descrizione lapidea CIL 06,408909 afferma l’alto livello di cariche e operosità che aveva a Roma Lucio Faberius. Nell’81 a.C. un Lucio Faberio è uno dei senatori Sillani più affidabile per il potere.
l'Iscrizione 6428
Questa iscrizione, trovata verso il 1840 nella zona di Torre Paola, in vicinanza dell'emissario, era dapprima a San Felice "pro limine casae rusticae" (Mommsen), come "soglia di una casa di campagna", fu poi trasportata a Terracina e fece parte della Collezione Antonelli, da cui è passata al Museo Civico locale.
Originariamente forse era murata sulla parete di uno dei moli del canale o anche sul muro di contenimento della sponda destra. Il Bianchini pensa che "dovesse essere apposta sull'epistilio dell'ingresso alla costruzione fatta eseguire da Faberio", cioè su un ipotetico architrave.
L.(ucius) FABERIUS C - (ai) F - (ilius) POM(ptina[tribu]) MURENA
AUGUR IIII (quattuor) VIR AED(ilis)
AQUA(am) QUAE FLUEBANT EX LACU
CONLEGIT ET SALIENTEM IN LACU(m) REDEGIT
D(e) S(ua) P(ecunia) F(aciundum) C(uravit)
C.I.L. 6428. LUCIO FABERIO MURENA, magistrato di Circeii: servendosi dell'alta e bassa marea e con lavori di arginatura e di consolidamento del canale (di Paola), ha regolato il flusso e riflusso dell'acqua nel Lago.
(De Ruggiero:2116)
23 febbraio 2017 | agg.9
Realizzazione fotografica: Carlo Gallone